Arrivano le gru cenerine

Arrivano le gru

Con l’arrivo dell’autunno, tra la fine di ottobre e le prime giornate di novembre, transitano sulla nostra penisola stormi di gru cenerine provenienti dalle tundre del nord Europa in cerca di climi più ospitali.

Hanno nidificato nelle tundre del nord Europa dove si sono riprodotte in estate. Con il brusco irrigidirsi delle temperature in quelle zone, le gru cenerine migrano verso aree più calde come l’Estremadura, in Spagna, il principale luogo di svernamento delle popolazioni europee che migrano verso sud-ovest, con concentrazioni di 50- 70.000 esemplari, ma anche il nord Africa e altre aree adiacenti contraddistinte da inverni miti.
Puntuale ogni anno come le gru, anche io le aspetto con ansia. Sono animali grandi, eleganti, affascinanti, dal canto rumoroso che ti resta nelle orecchie. Insomma, sono uno dei miei soggetti preferiti.
Fortuna vuole che non tutti gli esemplari, che sono centinaia di migliaia, migrino fino alla destinazione finale; qualche sparuto drappello si perde per strada e decide di non affrontare tutto il viaggio, ma di fermarsi a svernare lungo il tragitto. È il caso della pianura cuneese, dove da qualche anno, complice il clima meno rigido e inverni più corti, qualche decina, forse centinaio, di esemplari rimane tra novembre e febbraio sul territorio. Durante il giorno è difficile avvistarle posate, ma all’imbrunire hanno preso a frequentare con una certa regolarità il Centro Cicogne e Anatidi di Racconigi, un’oasi faunistica in provincia di Cuneo, dotata di capanni e osservatori affacciati …

di Guido Bissattini

(la versione integrale dell’articolo è pubblicata su “Fotografare” #14, Novembre 2020)

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