Paesaggi lievi e rigorosi al tempo stesso, fatti di geometrie in perfetto equilibrio, ingentilite dai toni pastello degli edifici e dalla luce morbida e diffusa. Sono le città reali – che sanno anche un po’ d’immaginazione – fotografate da Armando Capochiani.
Armando Capochiani, noto anche con il nom de plume Deeno nel mondo della fotografia, quando percorre a piedi le strade della città in cui si trova, con la sua reflex al collo, cerca bellezza con il naso all’insù. A lui, infatti, non interessa ciò che avviene all’altezza del suo occhio, al rutilante e disordinato dedalo di strade, volti, segnali, colori e forme casuali e mutevoli che fanno la gioia di ogni street photographer matricolato. Deeno, invece, solleva lo sguardo e cerca ristoro nei lineamenti fissi della città in cui si trova. E lui ne ha viste e vissute tante, grazie al suo lavoro di chef che lo ha portato a lavorare nei ristoranti di diversi Paesi il mondo. È attratto dalle sagome delle architetture più pure, ridotte ai minimi termini estetici e funzionali della modernità, dalle campiture di colori talvolta improbabili eppure in armonia con il contesto, dai cieli piatti e pallidi, solitamente liberi o quasi da nuvole, che fa da quinta a quelle mute strutture.
Il senso della composizione, il gioco dei volumi, le ombre mai esasperate che proiettano altre forme su quelle esistenti sono la cifra stilistica delle fotografie di Deeno, quasi sempre verticali per sua predilezione. Gli incastri delle geometrie, il ritmo regolare con cui si ripetono o si alternano certi elementi architettonici, i colori reali o immaginari in armonia con il contesto, restituiscono uno scenario sospeso e statico che evoca visioni metafisiche. La parsimonia e la sobrietà del racconto visivo regalato da queste immagini celebra la bellezza sofisticata della semplicità, fatta di pochi elementi accuratamente selezionati, osservati da un punto di vista che ne esalta la forza e il fascino discreto. Un esempio per lo sguardo e non solo.
«Sono sempre stato affascinato dalle geometrie e dalla composizione artistica sin dai tempi della scuola media, soprattutto dai disegni di architetture, e oggi fotografo principalmente architetture con uno stile minimalista. Amo questa sobrietà estetica perché “La semplicità è la suprema sofisticazione”, affermava Leonardo da Vinci, genio sostenuto da una mente tanto raffinata.
( la versione integrale dell’articolo è pubblicata su “Fotografare” #17, marzo 2021)
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