CLAUDIO CARAVANO Un nudo elegante in cui le masse dei chiaroscuri sono ben dosate e l’illuminazione crea un effetto plastico sulla modella. La texture della parete in finto cemento grezzo crea un interessante richiamo alle pieghe del velo. Reflex Canon EOS 1Ds Mk III con Canon EF 85mm f/1.2 L II USM, 1/125s f/7.1, ISO 100. Luce flash, softbox ottagonale. In postproduzione, due conversioni in bianconero con Camera Raw: la prima, con filtro rosso per viso, mano e spalle; la seconda, con impostazione predefinita, per il resto dell’immagine. Con Photoshop fusione delle due immagini e aggiunta della vignettatura nella zona inferiore della composizione. Leggero aumento della nitidezza al centro dell’immagine.

Photowall Maggio 2021

Bianco & Nero

CLAUDIO CARAVANO
Un nudo elegante in cui le masse dei chiaroscuri sono ben dosate e l’illuminazione crea un effetto plastico sulla modella. La texture della parete in finto cemento grezzo crea un interessante richiamo alle pieghe del velo.
Reflex Canon EOS 1Ds Mk III con Canon EF 85mm f/1.2 L II USM, 1/125s f/7.1, ISO 100. Luce flash, softbox ottagonale. In postproduzione, due conversioni in bianconero con Camera Raw: la prima, con filtro rosso per viso, mano e spalle; la seconda, con impostazione predefinita, per il resto dell’immagine. Con Photoshop fusione delle due immagini e aggiunta della vignettatura nella zona inferiore della composizione. Leggero aumento della nitidezza al centro dell’immagine.

FABRIZIO BONATTI
Un ritratto in chiave bassa in cui il nero avvolge il corpo della modella mentre la luce scolpisce i volumi e le pieghe della pelle facendoli emergere dall’oscurità. Una composizione essenziale e suggestiva che restituisce un’immagine di raffinata sensualità. Reflex Pentax K-1 Mark II, obiettivo Pentax HD D-FA 24-70mm f/2.8 ED SDM WR alla focale 70mm, 1/160s f/10, ISO 100. Illuminazione con torcia flash a 45°, direzionata verso la modella con un cono snoot con gelatina rossa. Elaborazione con Camera Raw, aumento del contrasto. In Photoshop, conversione in bianconero con plugin Silver Efex Pro 2 e applicazione del filtro rosso.

ALDO PALIN
Siamo a Udine, nella zona di Gervasutta. La grande “O”, iniziale della parola “O-ratorio”, dipinta sulla parete non inquadrata dello stabile, campeggia nello scenario urbano ripreso da Aldo. La rotondità di quella lettera, che qui diventa pura forma, addolcisce i tanti spigoli presenti nell’inquadratura. Buona la composizione, con un’armoniosa distribuzione dei blocchi degli edifici e delle geometrie sottolineate da un’equilibrata alternanza di toni di grigio.
Compatta Panasonic Lumix DMC-TZ60, focale circa 52mm 1/400s f/4.1, ISO 160, modalità Paesaggio. Con Photoshop trasformazione in bianco e nero con lo strumento Regolazioni e Curve, correzione linee cadenti.

DARIO PIOVERA
Un mosso creato ad arte, in fase di ripresa, impostando un tempo di posa lungo e muovendo la fotocamera dal basso verso l’alto durante l’esposizione. In questo modo Dario ha stravolto i connotati della città, trasformandola in un luogo irreale ed evanescente popolato da fantasmi. La conversione in bianco e nero ha enfatizzato l’astrazione della scena. Interessante la composizione che esalta le geometrie e gli incroci di linee.
Mirrorless Fujifilm X-T4 con obiettivo Fujifilm XF 18-55mm alla focale 18mm, 2 secondi f/10, ISO 160, filtro ND 1000. Scatto eseguito con movimento verticale della fotocamera in ripresa. Con Lightroom rimozione foschia, conversione ed elaborazione bianco e nero con Silver Efex Pro 2, regolazione struttura e luminosità.


CHIARA CAPRARO
«Questo dittico è parte di un progetto dal titolo Human Contact, nato nel primo lockdown dal desiderio di tradurre in immagini le emozioni e le sensazioni scaturite dall’assenza di contatti umani. In questo caso si tratta di un autoritratto legato alla figura dell’ulivo, simbolo della mia terra – il Salento – anch’esso colpito da un’altra pandemia: quella della Xylella che sta distruggendo tante piante millenarie in un tempo molto breve», spiega Chiara. Un racconto visivo ben realizzato dal punto di vista estetico e compositivo, fatto di rimandi tra aspetti della quotidianità e del mondo di cui fa parte l’autrice e i suoi stati d’animo.
Reflex Nikon D5100 con obiettivo Nikon AF-S 35mm, f/1.4 G ED, 1/125s f/4.6, ISO 100 (ritratto); 1/125s f/7.1, ISO 160 (ulivo). Postproduzione: con Camera Raw, desaturazione; con Photoshop, conversione in bianco e nero, lieve regolazione Luminosità e Contrasto, assemblaggio dei due scatti in dittico.

LAURA MOLINARI
Un’immagine semplice che incornicia in un quadrato una pianta di cardo selvatico ricoperta di neve. Un bianco e nero delicato in cui l’aspetto ovattato delle teste imbiancate è in contrasto con le spine e le foglie ormai secche e nere della pianta così come appare in inverno.
Reflex Nikon D7500 con ottica Sigma 105mm f/2.8 Macro DG OS HSM, 1/8000s f/4, ISO 1600. Conversione in bianco e nero con Lightroom, regolazione luminosità e contrasto.
LUCA INGRAO
«Ogni persona indossa una maschera che la accompagna ogni giorno, adattabile ad ogni contesto sociale. Citando Pirandello: ‘Non mi conoscevo affatto, non avevo per me alcuna realtà mia propria, ero in uno stato di illusione continua, quasi fluido, malleabile; mi conoscevano gli altri, ciascuno a suo modo, secondo la realtà che m’avevano data’». Commenta così, Luca, il suo autoritratto realizzato in un set casalingo creato con un fondale vellutato grigio, posizionando il softbox a una distanza di 1,5 m dal viso e la fotocamera sul treppiedi collocato sul tavolo, a circa 60cm dal viso. Lo scatto è stato fatto in remoto dal tablet con l’applicazione Fujifilm Camera Remote, impostando un ritardo di 10 secondi.
Mirrorless Fujifilm X-T30 con Fujinon XF18-55mm f/2.8-4 R LM OIS alla focale 35mm, 1/80s f/3.6, ISO 2500. Treppiedi Manfrotto, softbox Neewer. Postproduzione con Capture One 20, regolazione contrasto (1 punto di contrasto e -6 sulle alte luci), modifica con un preset Film Grain 2 in bianco e nero e aggiunta di una leggera grana.
GIULIA PASSASEO
Lo scatto è stato realizzato in un ambulatorio sanitario in disuso. La persona nello specchio è solo un’ombra indecifrabile, ma allo stesso tempo ci invoglia a risolvere il mistero, a scoprire chi e cosa cela, fornendoci un solo indizio corporeo. «(…) È come se le persone riuscissero a vedere solo alcuni aspetti dell’altro, senza arrivare a conoscerlo mai completamente», afferma Giulia. Un’immagine nata da un’esigenza espressiva personale che nel bianco e nero trova il linguaggio ideale per essere proiettata in una dimensione intima, distante dalla pura rappresentazione documentaria
Reflex Canon EOS 77D con obiettivo Canon EF-S 18-135mm f/3.5-5.6 alla focale 20mm, 1/25sec f/4, ISO 400. Con Photoshop, bianconero ottenuto con la desaturazione e aumento del contrasto.
GUIDO BALLISTA
Ushuaia, nella Terra del Fuoco, in Argentina. Lo scorcio è quello del canale di Beagle ripreso al tramonto, con il cielo coperto all’inizio di marzo, la fine dell’estate a quelle latitudini. «Sono stato attratto dalla nave solitaria che attraversava il canale. Anche se sembra strano, il file non è stato convertito in scala di grigio, ma è tal quale alla ripresa. Le condizioni di luce hanno prodotto sostanzialmente un file in bianco e nero», spiega Guido. Il teleobiettivo ha compresso i piani prospettici e la successione dei diversi gradi di grigio delle montagne, insieme alle le striature orizzontali in controluce delle increspature dell’acqua, danno profondità alla scena. Unico appunto: un po’ di cielo in più avrebbe dato più respiro alla montagna più alta che appare leggermente tagliata dal bordo dell’inquadratura.
Reflex Canon EOS 5D Mk II, con Canon EF 100-400mm f/4.5-5.6L IS USM alla focale 400mm, 1/1000s f/11 ISO 400. Sottoesposizione di -2/3EV in ripresa, bilanciamento del bianco automatico. In postproduzione, leggero aumento del contrasto.

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