Non sarà per tutte le tasche, ma è adatto per la maggior parte delle esigenze.
Per inaugurare il primo numero di “fotografare” abbiamo deciso di provareil nuovo obiettivo Canon EF 100-400mm f/4.5-5.6L IS II USM. Si trattadella seconda generazione di un’ottica molto apprezzata e per questo pensiamo interesserà moltidei nostri lettori.
Il 100-400mm è un teleobiettivo zoom che si fa immediatamente riconoscere nella massa facendo parte della famosa “serie bianca” di Canon. Come detto, sostituisce la già apprezzata prima versione apportando una modifica sostanziale in termini di meccanica: l’obiettivo ora ha un movimento dato dall’elicoidale interno e non è più a pompa. Una scelta che lo rende più pesante di oltre 250 grammi, un valore notevole, ma allo stesso tempo molto più preciso e confortevole da usare. Bisogna poi considerare che su molti forum di appassionati la prima versione di questo zoom veniva affettuosamente chiamata “il pompone”, per cui dobbiamo gioire anche del fatto di esserci definitivamente liberati di questo aberrante soprannome che dimostra come i fotografi abbiano molta fantasia, ma non sempre la usano correttamente.
L’escursione focale equivale evidentemente a un 4x. Un valore in linea con molti altri teleobiettivi zoom; non solo con gli altri 100-400mm sul mercato, ma anche i diffusissimi 70-300mm hanno un’escursione focale paragonabile e pari a 4.2x. Chi lo accoppierà a una fotocamera con sensore APS anziché full frame vedrà l’escursione focale diventare 160-640mm a causa del fattore di conversione.
Se da una parte ciò può aiutare gli appassionati di natura ad avvicinarsi al soggetto, bisogna considerare che con un’apertura massima pari a f/4.5-5.6 ci troviamo in condizioni limite di utilizzo quando la luce non è più che ideale. Le sue dimensioni notevoli (94x193mm) richiedono uno zaino fotografico capiente per poterlo portare, mentre i 1.640 grammi di peso (includendo anche la staffa per il treppiedi) richiedono spalle robuste e allenate se si vuole averlo con sé tutto il giorno. (…)
Articolo estratto dal numero 1 di Fotografare, Giugno 2019.