MASSIMO LANZARO

Photowall marzo 2022

Ombre

MONICA FONTANELLA
«Ho scattato questa fotografia a Venezia, all’interno di un padiglione della biennale d’arte. Al soffitto erano appesi svariati teli a formare un’installazione. Il gioco delle luci ha contriuito a proiettare e a stratificare le ombre sul muro. Le condizioni di ripresa e le impostazioni non ottimali della fotocamera mi hanno permesso comunque di ottenere un’immagine dalle forme geometriche non rigide ma quasi evanescenti». La sovrapposizione dei teli crea un piacevole incastro di chiaroscuri, reso ancora più astratto e impalpabile dal tono monocromatico che ha trasformato questa fotografia in un grafismo essenziale e armonioso


CHRISTIAN BOLOGNESE
«Per un progetto personale, ho realizzato questo scatto di alcune candele posate su un vecchio tavolino di legno, in totale assenza di luce e usando un telo nero come sfondo. Ho fissato la fotocamera sul treppiedi e ho iniziato a scattare componendo a mano a mano l’immagine fino a che non ho ottenuto il risultato che avevo in mente». Un interessante gioco di luci e ombre che si alternano in modo ritmico, enfatizzato dal ritaglio che schiaccia la composizione ed elimina gli altri elementi di contorno, concentrando l’attenzione sulla successione dei chiaroscuri.
FRANCESCO GIUA
«Mi aveva affascinato quella macchia di luce pomeridiana che si era posata sul muro adiacente a una cala. L’ho trovata vigorosa, pura ed estasiante. Il gioco compiuto dalla luce tra brevi ombre e forti accenti di colore mi ha spinto a fotografarla cosi com’era, per catturare quella fugace immagine». La luce e l’ombra sono presenze estremamente mutevoli che bisogna avere la prontezza di cogliere, con qualsiasi strumento si abbia a disposizione, quando regalano allo sguardo il loro fascino effimero e silenzioso. Così ha fatto il nostro lettore che ha colto con il suo smartphone quella “fiamma” di luce proiettata sul muro, resa materica dalla superficie irregolare di quest’ultimo e raffigurandola come un dipinto astratto.
FABRIZIO BONATTI
«Mi trovavo una domenica di tarda mattina nel paese di Colonnella, in provincia di Teramo. Il cielo era terso e il sole rendeva la luce molto dura. Ho notato appeso a un vecchio muro un braccio in ferro dal quale pendeva un piatto sostenuto da catene di cui non sono riuscito a comprendere la funzione. Ho cercato la giusta angolazione, ho esposto sulle alte luci per chiudere le ombre e ho scattato. Così è apparsa una bilancia, frutto di un’illusione ottica». Quello che, inconsapevolmente, ha ricreato il nostro lettore, è in realtà, proprio l’oggetto originario, ossia una bilancia, precisamente una “stadera”, usata per la pesa a mano fin dall’epoca degli etruschi e ancora oggi da qualche fruttivendolo. Una composizione armoniosa che contiene la vecchia versione e quella più moderna di uno stesso strumento, ricostituito grazie all’ombra.
IRMA BARIANI
Irma ha solo dieci anni e probabilmente è la più giovane tra i nostri lettori che si sono messi in gioco inviandoci i loro scatti scatti. Tra quelli che ci ha proposto ne abbiamo scelto uno raffigurante l’ombra di un personaggio dei fumetti, Spider Gwen, una spider woman al femminile che ha messo in posa proiettando la sua ombra sul pavimento di casa e scattando. «Ho scelto quel giocattolo perché l’ombra mi sembrava più dettagliata e somigliava a una vera persona. Invece se avessi scelto un’altra cosa per fare la foto- grafia, si sarebbe capito un po’ di più che era un giocattolo (…). A me piace molto fare fotografie perché la foto rappresenta i momenti più belli o anche i momenti più brutti, per ricordarli non solo con la mente ma anche con un’immagine». La piccola Irma pro- mette decisamente bene. Per il suo sguardo attento, per la sua capacità di rivelare la personalità di una supereoina solo con la sua posa e la sua ombra e, ancor più, per i mo- tivi che la spingono a scattare.
IVAN ANDREOLETTI
«Questa foto è nata per caso in una mattina d’autunno in casa, al risveglio, mi è caduto l’occhio sull’ombra di alcuni oggetti proiettata su una parete dal lampadario acceso, unica fonte di luce. La particolarità è che dal mio punto di osservazione vedevo solo una bottiglia d’acqua sul comodino, ma l’ombra proiettava sul muro anche lo spray che utilizzo sempre per la mia gola da fumatore di toscani, non visibile dalla posizione in cui mi trovavo. Con questi elementi, però, forse non avrei avuto una foto molto interessante. Così ho preso dalla dispensa un sacco di iuta, delle castagne, una bottiglia di vino e un calice e ho creato il set con oggetti più fotogenici». Un punto di vista particolare e non cercato, insieme a un interessante spunto creativo, hanno permesso a Ivan di realizzare questa gradevole composizione che amplifica gli elementi reali nelle loro ombre, mostrando anche quelli che all’apparenza non sembrano presenti nella scena.
MARCO FORNASA
«Mentre passeggiavo per Venezia ho notato un uomo su un ponte, appoggiato al parapetto in ghisa. Nel canale sottostante si riflettevano sia la sua immagine, sia la sua ombra, generando una doppia figura nell’acqua, una sorta di disegno del- l’ombra e della sua silhouette insieme al sole». Una fortunata congiunzione di luce, ombra e posa del soggetto che genera multipli della stessa figura riflessa nell’acqua, non sfuggiti allo sguardo attento di Marco che ha prontamento catturato questa insolita scena.
MASSIMO LANZARO
«Questa scena è ispirata al lavoro di Masaki Fujihata, artista giapponese del suono, dell’installazione e interattivo, e docente universitario». L’interazione tra elementi reali e in ombra, tra staticità e dinamismo, tridimensionalità e bidimensionalità avviene in una sorta di palcoscenico dalla quinta monocromatica che riproduce uno “schermo” luminoso, creando uno scenario visivamente enigmatico e straniante, prontamente catturato dal nostro lettore.
GIULIANA PALOMBI
«La foto è stata scattata nell’ottobre del 2020 nel quartiere Garbatella, a Roma. Negli atri dei palazzi del rione erano esposte fotografie in bianconero stampate su tela, stese come lenzuoli ad asciugare. Ma a distrarmi, in quel contesto, era stato stato il gioco di ombre, dietro tovaglie colorate, di panni appesi ai fili che si muovevano sinuosi come ballerine danzanti. Ombre magiche e silenziose belle tanto quanto le foto esposte». Il tessuto a righe colorate vivacizza la scena e, come in un teatro delle ombre cinesi, accoglie il lieve movimento dei panni stesi che lo scatto di Giuliana ha cristallizzato in una composizione giocata tra linee e forme verticali e orizzontali, tra elementi tangibili e altri solo immaginabili.
MICHELE DOLCI
«Mi trovavo a Jesolo, sulla terrazza di un palazzo perimetrato da un muro interrotto ogni tanto da alcune aperture. Ho voluto scattare approfittando della luce riflessa dai muri bianchi che hanno funzionato da pan- nelli riflettenti. Ho sfruttato le linee e le geometrie che le ombre disegnavano sui muri e le intrusioni dell’azzurro del cielo». I toni delicati del contesto e della modella, la sua posa elegante e il movimento accennato della mano che crea un’ombra più piccola e dettagliata, conferiscono a questo ritratto ambientato una raffinata semplicità; inoltre le ombre e l’apertura nel muro creano una cornice che valorizza la composizione.
FRANCESCO DEMARZIANI
«Durante una vacanza nell’Algarve, regione nel Sud del Portogallo che si affaccia sull’Atlan- tico, ammirando dall’alto la costa rimasi colpito dalla semplicità di questa spiaggia con la sabbia finissima e l’oceano incredibilmente calmo. Notai due persone che camminavano in senso opposto avvicinandosi l’un l’altra e, complice il sole basso prossimo al tramonto che disegnava delle ombre allungate, ho deciso di scattare a mano libera, appena in tempo dopo aver cambiato l’obiettivo sul quale era già montato il duplicatore di focale 1.4X. Ho ritagliato l’immagine creando un rettangolo molto allungato, lasciando la delimitazione oceano-spiaggia lungo la diagonale». Ed è ciò che a noi è piaciuto di questa immagine semplice e rilassante da ammirare, che punta tutto sulle geometrie e sull’equilibrio della composizione.

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